Intervista a Cesare Benedetti

Intervista a Cesare Benedetti, ciclista professionista Trentino che corre per il team Bora-Hansgrohe, abita in zona e spesso lo incontro allenarsi sulle strade del Garda Trentino.

Abito in un bellissimo posto il Garda Trentino, una bellissima location dove poter pedalare. Adoro la bicicletta a 360°. Vado in bici per lavoro e per passione. Mi piace il ciclismo in tutti i suoi aspetti, dalla bici alle competizioni. Ho la fortuna di vedere spesso in giro per il Garda Trentino ciclisti professionisti che vengono qui per allenarsi o che vivono in zona. Mi capita di bere il caffè con qualcuno di pedalare per alcuni chilometri assieme ed è bellissimo poter fare alcune domande. 

Intervista a Cesare a Cesare Benedetti 

-Mi racconti come hai iniziato ad andare in bici.

Ho cominciato nel 1999, verso la fine di luglio. Nel precedente mese di giugno ero stato a vedere il Giro a Madonna di Campiglio. Sono stato al villaggio di partenza e mi è piaciuta l’atmosfera che c’era tra i corridori e il fatto di potere stare in mezzo a loro. All’epoca non avevo ancora compiuto 12 anni, sono stato abbastanza stregato da quel giorno, nonostante fosse proprio quel 5 giugno che ha segnato il tramonto di Marco Pantani. Qualche tempo più tardi, a luglio appunto, ho cominciato a pedalare con la maglia della Ciclistica Dro

-Le tappe della tua carriera di ciclista professionista.

Da dilettante ho fatto il primi 3 anni con il GS Gavardo per poi passare nel 2009 all’UC Bergamasca dove ho fatto un piccolo salto di qualità, mi sono fatto notare, e in estate ho corso come stagista in uno degli squadroni professionisti di quell’epoca, la Liquigas. Non tutto sempre fila liscio come l’olio e a fine settembre il sogno si è infranto, non avrei firmato un contratto con questa squadra. A mercato ormai quasi chiuso sono finito in una piccola squadra tedesca con organico internazionale, il Team NetApp. In questa squadra ci sono tutt’ora, nonostante negli anni siano cambiati diversi sponsor e quindi anche la denominazione della squadra.

Una carriera professionistica che è cominciata molto dal basso quindi ma che ha sempre visto una crescita graduale verso l’alto sia della squadra sia mia. Dal 2010 in poi, Team NetApp, NetApp-Endura, Bora-Argon18 fino ad arrivare nel World Tour con l’attuale Bora-Hansgrohe. Ho corso in tre continenti, partecipato a tutti e tre i grandi giri e a classiche monumento come Sanremo, Liegi e Lombardia. Negli ultimi due anni soprattutto, correndo per capitani capaci di portare a casa grandi risultati, mi sono tolto diverse soddisfazioni. 

-La gara che porti nel cuore e perché? 

Difficile menzionarne una in particolare. Se penso al percorso dico Frankfurt, un tracciato che amo, nonostante la troppa pianura che dopo gli ultimi strappi porta all’arrivo. Poi potrei nominare il Lombardia, che nel 2015 mi ha salvato una stagione e probabilmente anche la carriera. Amo la Sanremo, che nonostante la sua monotonia per per quasi 300 km alla fine ti da una scarica pazzesca di adrenalina tra Cipressa e Poggio. Se penso all’affetto dei tifosi per me allora nomino il Tour de Pologne, dove ormai corro in casa. 

I percorsi nel Garda Trentino e il rapporto con i ciclisti trentini e i social

-Quali sono i percorsi che prediligi nella nostra zona e perché.

Sul lago e in particolare in “Busa” mi alleno soprattutto l’inverno, tra fine settembre e Pasqua di solito, poi per i miei gusti ci sono troppi turisti e troppo traffico e nella stagione più mite il Garda Trentino diventa un vero paradiso per la mountain bike. Affronto spesso la salita che da Riva sale verso il lago di Tenno passando per Pranzo. Esposta al sole la mattina e con le sua pendenza mite e regolare, è molto spesso una salita adatta a diversi lavori specifici in allenamento.

Risalendo il fiume Sarca è poi bello pedalare verso il lago di Cavedine e Sarche dove si possono incontrare diverse salitelle su strade meno importanti e quindi meno trafficate. Un’altra bella salita è quella che porta da Bolognano fino in Val di Gresta, nelle mie zone d’origine, il monte Velo. Tra l’altro da li siamo passati al Giro del Trentino del 2015 e in quell’occasione vestivo la maglia di leader della corsa, è stata un’emozione speciale. 

-Che rapporto hai con i ciclisti trentini?

Ne ho uno in squadra, Daniel Oss. Siamo stati in squadra insieme anche nella categoria juniors e abbiamo passato diverso tempo insieme alle corse nelle categorie giovanili essendo coscritti. Non abitiamo distante, ma non ci alleniamo molto insieme, vuoi perché abbiamo calendari di corsa diversi o per tipologie di allenamento diverso, non saprei, ma comunque andiamo molto d’accordo. 
Mi piace molto Nicola Conci con il quale penso di avere un bel rapporto, con lui sono uscito in bici qualche volta e i suoi dieci anni in meno dei miei fanno sentire più giovane anche me. Con Gianni Moscon c’è sempre tempo per due chiacchiere e qualche battuta. Anche con gli altri corridori trentini non ho nessun tipo di problema, ma neanche nessun rapporto speciale.

-Che rapporto hai con i tifosi?

I tifosi sono una parte essenziale di questo sport, ci sono dei momenti in salita che si pedala il doppio grazie al loro entusiasmo. Nel limite del possibile cerco sempre di essere disponibile coi tifosi, soprattutto quelli più piccoli. Alle volte dispiace che non ci sia tempo per tutti, ma soprattutto alle corse a tappe ci sono ritmi abbastanza frenetici prima e dopo la corsa. 

-Il tuo rapporto con i social. 

Negli ultimi anni mi sono fatto coinvolgere anche io in questo mondo e alle volte, soprattutto in viaggio e nei vari ritiri, sono un bel passatempo. Ultimamente cerco di stare attento a quello che scrivo o alle foto che metto perché mi sono accorto che ci sono diversi ragazzini anche di 12/13 anni che seguono il mondo del ciclismo e stravedono per qualsiasi ciclista professionista, non capendo che siamo persone normalissime. Il problema è che spesso, nonostante tu non ti senta nessuno, ti prendono come esempio e cercano magari di emularti. Bisogna quindi stare un po’ attenti a cercare di non scrivere niente che vada contro la morale e che magari un ragazzino di quell’età possa fraintendere o non capire. 

Grazie Cesare di cuore di questa intervista e a presto sulle strade del Garda Trentino.

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Last modified: Dicembre 8, 2020